Dieci Libri Perchè...

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  1. Mefy
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    Salve Lettori del forum!
    [E si, se state leggendo queste righe siete dei lettori del forum, benvenuti! ♥]

    Per colpa di qualcuno mi sono ritrovata a tirare fuori una lista di 10 libri che avevo scritto a seguito di non mi ricordo più cosa in cui ero stata presa in mezzo dai miei amici. Per farla breve ho realizzato quanto quella cosa fosse bella, quindi ve la ripropongo!

    L'idea è di postare una lista di una decina (libro più, libro meno) di libri che ci sono piaciuti, che ci hanno colpito, che ci hanno dato qualcosa. E la parte bella non è la lista in sè (che rimarrebbe abbastanza sterile come semplice sfilza di nomi) ma il commento.
    Ecco, fate una listina di libri, quelli che vi ispirano sul momento, con commento del perchè quel libro.
    Ovviamente la lista non dev'essere dei migliori libri in assoluto nè la lista definitiva. Sentitevi liberi di aggiornarla, modificarla, aggiungere libri, aggiungere liste. Insomma l'idea è di condividere dei libri che ci sono piaciuti spiegando perchè e invogliando (forse) altri a leggerli.




    In spoiler vi metto la mia lista, enjoy! :mefy:
    Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via
    Quella che considero una storia di formazione, in cui il protagonista è un adolescente ma a crescere e maturare sono tutti i personaggi, lettore incluso.
    Stefano Benni - Elianto
    Il sogno, per me. Un libro che amo profondamente di cui vi citerei tutto il testo di "Invisible Blues di Snailhand Slim" per farvi capire quant'è bello. (Poi oh, liberi di dire che v'ha fatto schifo u.u)
    Daniel Pennac - La saga della famiglia Malaussène
    La rappresentazione, in romanzi, di quelle che considero le famiglie più vere e più belle: meravigliosamente funzionali nella loro specifica disfunzionalità. (Eppoi l'incipit di "La fata carabina" è una stupenda metafora lunga un'intera scena!)
    Isabel Allende - La casa degli spiriti
    Questo libro è mia madre (cioè no, ma si). In pratica: nonostante lei me lo consigliasse da tanto ho sempre rifiutato di leggerlo finchè, con alcune amiche, andai a vedere uno spettacolo teatrale ispirato al libro. Inutile dire che lo spettacolo mi piacque molto. E anche il libro.
    [E, effettivamente, il libro ruota molto attorno ai rapporti madre-figlia]
    Lois McMaster Bujold - La saga dei Vor
    Una saga lunghissima quanto stupenda. Adoro i personaggi, adoro l'ironia che accompagna tutti i libri e il modo in cui l'autrice si prende amorevolmente gioco dei propri personaggi.
    Efraim Medina Reyes - C'era un volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
    Perchè penso che tutti, a un certo punto, abbiamo pensato di voler "ammazzare" l'amore. E perchè nel libro c'è una frase stupenda su un'accetta che ora non ricordo, ma so che era bellissima. Fidatevi!
    Alberto Vázquez-Figueroa - Tuareg
    Libro letto in spagnolo, che pare in italiano non ce ne sia traccia (o almeno, mio padre non l'ha trovato). Parlare, attraverso la storia di un Tuareg, della libertà e del modo in cui l'uomo (e le società che costruisce) ne plasmano il carattere.
    Yasmina Khadra - Morituri
    Quello che personalmente considero un libro di poesia. Al di là della trama (un poliziesco) ci sono diverse frasi che, semplicemente, sono poesie.
    Haruki Murakami - La ragazza dello Sputnik
    A lungo indecisa fra questo e "Lois McMaster Bujold - Ciclo di Chalion" (alla fine ho messo Murakami solo perchè la Bujold l'avevo già messa). La ragazza dello Sputnik è bello e malinconico. E parla dell'amore con affetto. (Non so spiegarmi meglio, quindi vi prendete la frase così com'è.)
    Neil Gaiman - American Gods
    Un po' come spiegare la religione a chi non ci crede: la potenza di un dio è direttamente proporzionale al numero di persone che divinizzano quel dio. Ma nessun dio può realmente morire, al massimo può essere dimenticato (che, dal suo punto di vista, è la stessa cosa che morire, in effetti... =P)



    :heart:

     
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  2. paul & jacob
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    Steven Erikson - Midnight Tides
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    Harper Lee - To Kill a Mockingbird
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    Roger Zelazny - Amber, The Corwin cycle
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    Robert A. Heinlein - Stranger in a Strange Land
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    Ray Bradbury - Fahrenheit 451
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    Robert Jordan - The Fires of Heaven
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    Giovanni Verga - Mastro-don Gesualdo
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    Alexandre Dumas - Il visconte di Bragelonne
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    J. K. Rowling - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
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    Nick Hornby - About a Boy


    Domani, appena trovo tempo ed ispirazione, scriverò i commenti. Sicuramente mi starò dimenticando qualcosa di meglio da mettere in lista ma vabè, adesso questi mi vengono in mente. T_T

    EDIT
    si lo so che non ha senso mettere i libri senza il commento! Ma avevo paura di dimenticare le scelte ed esser costretto a fare tutto da capo.
     
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  3. MasterOfTheWind87
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    EEEEH, se si parla di libri, DEVO dire la mia e lanciare i miei due cents.
    Per forza.

    1- Robert Anson Heinlein - Starship Troopers (Fanteria dello spazio, in italiano) - Mi ha insegnato che la deresponsabilizzazione perpetuata dalle "democrazie" è sbagliata e che ci vorrebbero pene "atipiche" per i varii reati.
    2- Marion Zimmer Bradley - La Dama Del Falco - Mi ha insegnato a rispettare ancora più profondamente le Donne, le quali sanno essere ancora più cazzute degli "Uomini"
    3- Il Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov - Mi ha insegnato a non fare programmi troppo avanzati nel tempo, ma a vivere principalmente nel "qui ed ora"
    4- Robert Anson Heinlein - Lazarus Long, l'Immortale - Con i suoi aforismi della prima parte, mi ha insegnato il vero significato di "ad majora", soprattutto con la frase "Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti."
    5- Robert Anson Heinlein - Straniero in Terra Straniera - Mi ha insegnato ad apprezzare e valorizzare il "diverso"
    6- Terry Pratchett - A Me le Guardie! - Mi ha insegnato il RISPETTO per il diverso, l'ironia e il non avere paura di farsi aiutare
    7-8-9 Marion Zimmer Bradley - La Spada di Aldones, La Torre Proibita e Attacco a Darkover - Mi hanno insegnato che le Donne possono più degli "Uomini" e che una coppia che si comprenda e capisca, può affrontare TUTTO
    10- Sven Hassel - Kameraden - Se sai farti un seguito di amici fidati, sopravvivranno alla tua e alla loro morte.


    Questi sono i miei due cents.
     
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    Fare liste è sempre limitante, ho guardato su anobii i libri a cui ho dato punteggi più alti, ma sono andato molto a caso seguendo il consiglio di scegliere libri che siano significativi per me e non i più belli in assoluto.

    Ordine casuale

    Luigi Pirandello - Uno Nessuno Centomila
    Romanzo che mi piacque moltissimo la prima volta che lo lessi al liceo e che ho riletto di nuovo pochi mesi fa non ricordando quasi nulla della storia. Ci sono tra le riflessioni più interessanti sull'identità che Pirandello ha sempre inserito in diverse sue opere ed è riuscito ad esprimerle al meglio in una storia apparentemente banale come quella di questo romanzo. Secondo me tra le sue migliori opere e molto rappresentativa di uno degli autori migliori di tutti i tempi.

    Frank Herbert - Dune
    Ovviamente cito solo il primo, ma intendo entrambe le trilogie. Per quanto la parte fantascientifica e di azione sia molto ben congegnata e avvincente quello che mi ha davvero appassionato di questa saga è la sua profondità nell'affrontare tematiche economiche-socio-politiche ma anche etiche e morali. Ritengo che sia banale parlare di analogia tra spezia e petrolio, le implicazioni sono molto più profonde, piuttosto parlerei di sentiero dorato, di religione e governo, di sopravvivenza della razza umana. Soprattutto la seconda trilogia, apparentemente più noiosa e meno avvincente nel lato trama/azione, contiene tematiche e argomenti che non smetteranno mai di farmi riflettere.

    William Gibson - L'Accademia dei Sogni
    Questo romanzo è tra i miei preferiti perché pur trattandosi di una "storiella" un po' thriller e solo vagamente tecnologica (quasi verosimile) scritta da uno dei fondatori del cyberpunk, genere che apprezzo molto, ha un valore affettivo particolare. Ho apprezzato tantissimo il modo in cui è stato descritto il concetto di forum, una "seconda casa" dove appassionati possono abbandonarsi a discussioni interminabili con completi sconosciuti pur considerandoli quasi una famiglia. La prima volta lo lessi quasi tutto in una volta, facendo l'alba.

    Alessandro Bergonzoni - Silences
    Raccolta dei primi lavori teatrali di Bergonzoni, attore sui generis che non non mi azzardo a definire "comico" visto che nell'accezione attuale sarebbe riduttivo ed inesatto. Di sicuro su carta rende meno, ma non avendo potuto vederlo dal vivo mi sono dovuto accontentare, ho conosciuto questo autore con questo libro e anche se negli ultimi anni è cambiato molto continuo ad apprezzare le sue prime opere.

    Fedor Dostoevskij - I Fratelli Karamazov
    Credo ci sia poco da dire su uno degli autori più grandi della nostra epoca, al momento questo è il suo romanzo che ho preferito, non solo la storia dei Fratelli è densa di significati, ma ci sono anche approfondimenti secondari (come lo Starec Zosima e Il Grande Inquisitore) che lo arricchiscono ancor di più, se possibile. Capolavoro, tra i miei preferiti in assoluto.

    Laurence Sterne - Vita e Opinioni di Tristram Shandy Gentiluomo
    Libro decisamente all'avanguardia, opera di ingegno di fine realizzazione, sicuramente sperimentale e probabilmente ancora adesso conserva un'originalità che in pochi raggiungono ad oltre due secoli di distanza.

    James Clavell - Shogun
    Volevo includere un romanzo "storico" giapponese e tra Musashi e questo ho scelto Shogun. Anche se Musashi è scritto da un giapponese, ho preferito includere questo, scritto da un "occidentale" perché è riuscito ad includere in un romanzo di avventura una caratterizzazione di una realtà culturale completamente sconosciuta e ostica per noi in maniera, a mio parere, molto più accessibile di altre opere. Al di là degli eventi collegati alla trama vi è una descrizioni di particolari apparentemente secondari che danno una dimensione ben precisa di quello che per noi è completamente inconcepibile provenendo da cultura e usanze diametralmente opposte a quelle orientali. Ho apprezzato molto questo aspetto e per questo ritengo che sia tra i romanzi occidentali che meglio incarnano lo spirito orientale offrendo allo stesso tempo un divertente romanzo di avventura. O meglio, è un divertente romanzo di avventura che offre al contempo una caratterizzazione sociale e culturale più rifinita e fedele rispetto a molte altre opere dello stesso genere. Non pretendo che questo sia un libro che debba insegnare, ma secondo me ci riesce molto meglio di altri che, invece, vorrebbero addirittura arrogarsi tale compito fallendo miseramente.

    Chuck Palahniuk - Fight Club e Invisible Monsters
    Ne ho messi due perché li ho letti insieme. Il primo, ovviamente, dopo aver visto il film, il secondo per conoscere l'autore. Dopo questi ho letto tutti i successivi, ma a parte i primi quattro/cinque che mi sono piaciuti abbastanza è da una decina d'anni che l'autore ha toccato il fondo, ha iniziato a scavare ed è persino arrivato dall'altra parte della Terra... Ma voglio ricordare questi primi due romanzi che a loro modo hanno rappresentato per me un nuovo genere di lettura che prima di allora non conoscevo.

    Anthony Burgess - Un'Arancia a Orologeria
    Anche questo letto dopo aver visto il film, preferisco però il titolo della prima traduzione (precedente, appunto, al film) perché rende meglio, secondo me, il fulcro della storia legato appunto al titolo. Ovviamente lo stile è la sua caratteristica principale. Questo, insieme a Requiem per un Sogno, è il libro che ho letto con più gusto per quanto riguarda lo stile del linguaggio. Dover imparare un nuovo "linguaggio" è stata un'esperienza unica e spero di riuscire a leggere un giorno anche la versione originale per poterla apprezzare a pieno.


    Potrei citare altri romanzi come Il Processo, 1984, Il Padiglione D'Oro, Neuromante e così via. Ma essendo molto pigro mi fermo qui e non credo che troverò mai la voglia di continuare la lista. Anche perché, come dicevo, il limite di dieci titoli è stretto e potrei/dovrei continuare a modificare, aggiungere e togliere troppe volte. Questa lista, iniziata da ieri, penso rimarrà definitiva anche se incompleta.
     
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  5. SuicideLullaby
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    Libri che mi hanno segnata ce ne sono tanti, ma questi, in ordine d'età:
    Il piccolo principe di Antonie de SaintEupèry - me lo regalò mia zia, avevo 6 anni, e mia sorella ebbe un libro sul gioco degli elastici con le mani, pensando di aver perso, invece ho vinto. Mi ha segnata, ha segnato il mio amore per le cose, per gli oggetti, LIMITANDO il mio materialismo e la mia ricerca dell'amicizia. Questo libro ha formato il 70% del mio carattere.

    La zucca dei re di Emanuela Nava - L'ho ricevuto alle elementari dall'autrice ed è inenarrabile, potete solo leggerlo. Ma dubito si trovi.

    Magia a metà di Edward Eager - Uno dei primi libri che ho comprato per leggerlo, l'estate fra la quinta elementare e la prima media.

    Matilde di Roald Dahl - L'ho letto con la classe in prima media. E devo dire che mettere la magia nel quotidiano mi ha aiutata a sentirmi sempre più speciale.

    Il ritratto di Dorian Gray, letto mille volte, di Wilde, ha fatto nascere la mia prima amicizia vera, assieme ad harry potter che non inserisco in questa lista per mancanza di spazio. E niente, sono diventata un'esteta omosessuale, so why?

    Al liceo ho dato il meglio di me con le lingue straniere, leggevo un libro al mese, grazie a Dio c'erano le biblioteche. Leggevo ogni stagione un autore, questi però sono i più indicativi del periodo.

    Shakespeare, ma il mio preferito è e sarà sempre midsummer's night dream, ovviamente con testo a fronte,
    come anche
    Apuleio e l' Asinus aureus. E niente, la mia idea dell'amore è strettamente legata a queste cose: caos e fiducia nella magia.


    Al liceo ho letto anche Carroll e Le avventure di Alice e oltre lo Specchio, molto bello, folle.
    Passiamo alle scoperte recenti, dal quarto liceo in poi mi sono affezionata ad alcuni nomi, vi cito anche qua un libro per ogni attore di cui ho comprato veramente caterbe di libri.

    Bukowski, in particolare il primo è stato Niente canzoni d'amore come raccolta, ma la prima stoia che ho letto non mi ricordo come si chiamasse, in questa non c'è, era mi pare da musica per organi caldi che lessi in biblioteca o in feltrinelli, non ricordo.

    Patrick Suskind, ovviamente Il profumo, ma qui cito Ossessioni, che è bellissimo.

    Frank Kafka e le Metamorfosi (come anche quelle di Ovidio! E le episulae!).


    Poi all'università mi hanno regalato
    Venezia è un pesce, di Tiziano Scarpa, e ha aumentato l'amore che provo per la mia città adottiva.



    Non sto a spiegarvi tutto, questi libri han creato il mio carattere, che mi conosce e li ha mai letti, li rivedrà forti in me (:
     
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  6. Helder
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    SPOILER (click to view)
    -Scorrete lacrime, disse il poliziotto (Philip K. Dick), perché, pur non essendo uno dei lavori più "ambiziosi" di Dick, mi è rimasto impresso per via della particolare visione del futuro (1974, eh) (sì, è quasi il presente attuale). E poi non c'erano ancora i temi religiosi che mi sono sempre rimasti un po' sullo stomaco.
    -Guida galattica per autostoppisti (Douglas Adams), vabbeh, dai, la Guida è la Guida, non devo certo spiegarvela, vero?
    -A me le guardie! (Terry Pratchett), perché in un libro solo (mascherato da fantasy [mascherato da comico]) Pratchett decostruisce i cliché del giallo, del noir e della fantasy, il tutto a servizio di una trama solida, condito da un incredibile senso dell'ironia e con dei personaggi meravigliosi, dando vita a uno dei cicli che più ho amato nella letteratura. Ah, se vi capita, leggetelo in inglese.
    -Trainspotting (Irvine Welsh), perché è un romanzo molto più corale della trasposizione cinematografica, e perché (ahimè) in tante cose mi riconosco in Renton.
    -Ulisse (James Joyce), perché volevo darmi un tono. No, dai, perché è un magnifico esempio di cosa si può ottenere giocando con il linguaggio, ma senza diventare quel pastrocchio illeggibile che era la Veglia di Finnegan.
    -Black Flag (Valerio Evangelisti), perché mi è sempre piaciuta la scrittura a intreccio fantascientifico-storico temporale di Evangelisti, e perché Pantera mi sta più simpatico di Nicolas Eymerich.
    -Survivor (Chuck Palahniuk), qua quasi vorrei citare Abso, mi piacque molto quando lo lessi la prima volta, poi recuperai il resto, poi mi disamorai completamente di Palahniuk. Però il primo incontro fu folgorante.
    -Mucho Mojo (Joe Lansdale), perché forse è il mio libro preferito di Hap & Leonard, e ogni volta che esce un libro nuovo lo divoro. Per poi rimanere spesso deluso, al paragone.
    -La colazione dei campioni (Kurt Vonnegut), perché non sapevo quale libro di Vonnegut scegliere :D
    -L'elenco telefonico di Atlantide (Tullio Avoledo), perché è il primo libro che ho letto di Avoledo, uno dei rari autori italiani assolutamente non banali.

    Comunque dieci sono pochi.
     
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  7. Mefy
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    CITAZIONE (absolute @ 8/4/2015, 12:01)
    Anche perché, come dicevo, il limite di dieci titoli è stretto e potrei/dovrei continuare a modificare, aggiungere e togliere troppe volte. Questa lista, iniziata da ieri, penso rimarrà definitiva anche se incompleta.

    CITAZIONE (Helder @ 8/4/2015, 23:04) 
    Comunque dieci sono pochi.

    CITAZIONE (Mefy @ 1/4/2015, 23:51)
    Ovviamente la lista non dev'essere dei migliori libri in assoluto nè la lista definitiva. Sentitevi liberi di aggiornarla, modificarla, aggiungere libri, aggiungere liste. Insomma l'idea è di condividere dei libri che ci sono piaciuti spiegando perchè e invogliando (forse) altri a leggerli.

    Questi lettori che non leggono...
    Pensavo di essere stata chiara, evidentemente no xD Se volete mettere 20 libri in lista va benissimo, anche se ne volete fare diverse (magari domani finite un libro e pensate: "Oh, cacchio, questo libro ci stava troppo nel topic dei libri di Mefy!"). Ora, in effetti, mi rendo conto che probabilmente è il titolo del topic che dà l'idea (sbagliata) che si possano mettere solo dieci libri...
    Accetto suggerimenti per un titolo migliore!

    [Grazie a tutti per le vostre liste *-* Siete bellissimi!*-*]
     
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    Io mi sa che ne ho messi nove. Il senso della mia critica è che sono pigro e non mi metterò mai ad aggiornare, togliere, aggiungere. Oramai ho cliccato "invia risposta", discorso concluso.

    Helder, pensa a me che continuo a farmi male leggendo tutti i nuovi Palahniuk, temo soprattutto per la graphic Novel Fight Club 2...
     
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    Ho quasi sempre snobbato fare la lista dei dieci libri/canzoni/film/quello che si vuole.
    Per due ragioni: la prima è che il numero è troppo esiguo. La seconda è perché la trovo vuota di significato.

    Per cui faccio una cosa diversa, faccio una lista dei libri divisa per gli anni, che mi hanno formato come uomo dal punto di vista morale, e come lettore.
    Cinque anni: mio padre mi leggeva un racconto lungo, Fan fan piccolo zingaro, mi pare si chiamasse, non lo trovo più, era la storia di un bambini rapito, ma non ricordo altro. E insieme a quel libro mi leggeva, come un “fattarello” Don Chisciotte della Mancia.

    Sette anni: iniziai a leggere Il vecchio e il mare, di Hemingway. Mi piaceva l’inizio, con quel “era vecchio che pescava da solo”; penso sia stato importantissimo per me. Per come mi ha plasmato negli anni successivi. E iniziò il mio rapporto ambivalente con la fantascienza, con il bellissimo e perfetto racconto breve di Fredrick Brown, La sentinella.

    Otto/dieci anni: se dovessi scegliere due libri, I ragazzi della via Paal, e Il conte di Montecristo. Ma in realtà in quel periodo leggevo tutto ciò che mi capitava di Salgari, Verne e Dumas e London (un grandissimo scrittore). Ci capivo poco, ma li ho riletti anche da più grande, e Il conte di Montecristo è un romanzo stupendo.

    Dodici anni: trovai per caso una versione per ragazzi delle metamorfosi di Ovidio e quelle di Apuleio per ragazzi, e scoppiò l’amore per i miti classici. Consiglierei di leggere Le nozze di Cadmo e Armonia, di Calasso (e tutto ciò che si può leggere di Calasso, ma non a dodici anni, da grandi, specialmente per chi ama l’oriente direi Ka, e chi ama la poesia e Baudelaire, le Folie Baudelaire).

    Quindici anni: mi innamorai di Shakespeare, principalmente dell’Amleto, l’opera migliore di sempre (Odissea e Iliade sono fuori classifica per manifesta superiorità) e feci scorpacciata delle sue tragedie; ero sedotto dalle metafore originali e incredibili, dai giochi di parole, dall’intelligenza di alcune risposte, dalla poesia più pura.

    Sedici anni: Fiesta di Hemingway e la Guerra di Archer, di Irwin Shaw (da non confondere con Bernard). Due romanzi che avrei voluto leggere prima. In entrambi ci sono scene in cui chi crede nell’amicizia e lotta per essa, e pensa che sia nobile mostrare i proprio buoni sentimenti senza filtri, viene tradito e sbeffeggiato. Li consiglierei a qualunque adolescente.

    Diciotto anni: non ci sono stati romanzi fondamentali, ma divoravo tutto ciò che mi capitava tra le mani, letteratura russa, non solo i famosissimi, Dostoevskij, Puskin, Cechov, Tolstoj. Ma anche alcuni autori minori, ricordo un delizioso romanzo breve: Il demone meschino.
    Diciannove/ventuno: ritorna prepotente l’attrazione verso la fantascienza. Molti romanzi di Dick, le antologie le Meraviglie del possibile, a cura di Fruttero & Lucentini. E tanta altra fantascienza degli anni cinquanta/sessanta, ed anche degli anni precedenti, quando la fantascienza era possibilità di immaginare un altrove mitologico, nel quale rifugiarsi, e sognare. Poiché come detto, ho sempre avuto un rapporto contrastante con la fantascienza, ogni tanto scappavo e mi rifugiavo nel classici americani anni cinquanta: Faulkner era il mio preferito, ma anche quelli della generazione perduta (da non confondere con la Beat Generation, che mi hanno sempre spinto al bagno, insieme a quell’altro noiosissimo di Bukowski).

    Ventidue anni e sette mesi: L’insostenibile leggerezza dell’essere, di Milan Kundera. C’è tutta una storia dietro, ma l’importanza di Kundera è avermi dato una nuova visione della letteratura. In sostanza, Kundera, scrittore che non a tutti piace, scrive trame la cui fabula non segue il classico intreccio Inizio, Svolgimento, Fine, ma è un intreccio a temi, con digressioni e riflessioni sul carattere dei personaggi, sulle scelte, spostando spesso il castello prospettico da cui si osserva la storia. Lo scopo di Kundera è quella di impedire, con uno stile tutto suo, che i suoi romanzi vengano riassunti cinematograficamente in pochi concetti stereotipati e banalizzati. Inoltre in quel periodo, neanche a farlo di proposito, la maggior parte dei libri che leggevo parlavano di una puttana.

    Ventitré a trentacinque anni: i libri letti sono tantissimi. Un ritorno di fiamma per la letteratura italiana. Pavese. Pirandello. Flaiano. Per citarne qualcuno. La scoperta di Douglas Adams, Sterling, Gibson, Ballard. Ma in questi anni ci sono tre romanzi che non posso non citare. Moby Dick: lo conoscono tutti, ma sono in pochi ad averlo letto. Che parla di un’ossessione, e dell’anima umana come pochi altri romanzi. E Lolita, che sembra il proseguo ideale di Moby Dick, e della ricerca della parte nera dell’anima scavando nell’ossessione. Lolita è – e sfido chiunque a confutarlo – uno dei romanzi meglio scritti di sempre: la lingua è lo stile sono un orgasmo per chi ama leggere. E per ultimo, last but not least, A che punto è la notte, di Fruttero&Lucentini, che per la bellezza della lingua usata meriterebbe di essere studiato in tutte le scuole, e per l’ironia, letto da chiunque soffra di depressione.


    Questi sono i miei libri. Ho evitato di nominare i libri di poesia e i saggi. Ma a questi autori sono quelli più importanti per la mia crescita. Ce ne sono molti altri che ho amato e ammirato. Stevenson, per esempio. O Bulgakov, con Il maestro e Margherita. Cioran. Hoffmann. E altri ancora a cui sto facendo un torto immenso perché non li rammento in questo momento. E vorrei concludere parlando di quei romanzi che magari non mi hanno lasciato nulla, se non un piacevole pomeriggio a leggere sul balcone, o sui ruderi del castello mentre il cane cacava libero, o in auto e ovunque fosse possibile e ipotizzabile. Romanzi che non nomino ma ho nel cuore.
     
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    Io continuo a leggere i vostri contributi ma non sono in grado di stilare la lista richiesta dal thread. Perché sono ancora troppo acerbo, mi mancano tantissime letture che in realtà vorrei aver già assimilato. E perché i libri mi piacciono o non mi piacciono, fatico a compararli e al preferirne uno piuttosto che un altro, tanto più se le tematiche sono completamente differenti.

    Cito unicamente L'italiano, o il confessionale dei pentimenti neri di Ann Radcliffe, solamente perché è grazie a questo libro che ho rivalutato la lettura, pratica sino ad allora stupidamente snobbata.
     
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9 replies since 1/4/2015, 22:51   168 views
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