#StopBombingGaza

#StayHuman

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  1. SuicideLullaby
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    Scusatemi se sarò seria, per una volta. Scusate.
    La Terra è anche nostra, in questo topic sarebbe bello poter chiedere di non parlare di Religione ma è lei che spesso è il cancro della nostra società, e parlo da cattolica praticante. Però il cancro più grande è la disinformazione.
    Ho qualche amico eseguo qualche sito che parla di questa grande malattia, che dal 2001 credo, sta circolando a Gaza, Palestina.
    Certo non sarà un topic, un post, un hasthag a cambiare le cose, ma l'informazione sì, cambia, ci cambia, ci migliora.

    Associazioni su associazioni in tutto il mondo si stanno mobilitando perchè le informazioni escano dalla Palestina ed arrivino a noi in maniera realistica, non ovattata; la peggiore forse, quella dei bambini poi, con video

    Vittorio Arrigoni è lì, cerca di fare la differenza e ci informo, vi consiglio di seguire lui se vi interessa. Ci sono continui aggiornamenti in tempo quasi reale. Ho i brividi a leggere certe cose, ma ripeto, questa gente è nostra, ci apparteniamo gli uni agli altri.
    Si chiedono preghiere, la gente fa foto, manda e-mail, io non credo molto in questa cosa, ma ripeto. Informiamoci.
    Non mi dilungo, non ha senso.
    Però boh, se ci credete, pregate; sennò sperate; altrimenti amate.
    #StayHuman #RestateUman


    CITAZIONE
    Unadikum Italia
    13 minuti fa
    GAZA
    AGGIORNAMENTO

    Fino a questo momento sono 172 i martiri e 1230 i feriti

    CITAZIONE
    "Fare l'amore sotto le bombe. Ricordo un amico di Nablus che mi spiegava quanto gli fosse difficile ritagliarsi un momento d'intimità con sua moglie durante l'occupazione. Una sera, mentre se ne stavano abbracciati, un proiettile si era conficcato nella tastiera del letto, a un palmo dalle loro teste. Di amoreggiare sotto le bombe a Gaza in questi giorni non se ne parla proprio e anche il futuro coniugale delle giovani coppie palestinesi si prospetta difficile, dal momento che in molti hanno perso la casa e sono costretti a vivere ammassati nelle scuole dell'Unrwa o stipati con altre 20 persone in un minuscolo appartamento.
    "Oggi è sabato, stasera a Tel Aviv le giovani coppie vanno a divertirsi nelle discoteche o in spiaggia mentre qui noi non riusciamo neanche a fare l'amore nei nostri letti", mi dice Wissam, sposato da novembre. "Le luci stroboscopiche però ce le abbiamo anche noi" e mi indica dei lampi a sud: bombardamenti in corso. Ragazzi come Wissam, 19 anni, diventano padri molto presto e a quarant'anni sono già nonni di diversi nipoti, consci che l'essere prolifici è l'unica immortalità per la Palestina."

    CITAZIONE
    "Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola" mi dice Jamal, chirurgo dell'ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. "Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l'ultimo miagolio soffocato". Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua "Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell'opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste..." il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. "Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l'ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati
     
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  2. anK
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    Perché dici "dal 2001"?
     
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  3. SuicideLullaby
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    CITAZIONE (anK @ 14/7/2014, 11:25) 
    Perché dici "dal 2001"?

    i primi bombardamenti dovrebbero essere quelli del 2001, no?
    Adesso cerco su internet..

    vero che gli attriti ci sono da tanto, ma ibombardamnti sono dal 2001.
     
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    Pochi minuti fa, mentre mangiavo, ho sentito un rombo nel cielo. Come un bambino sono uscito sul balcone e ho seguito l'aereo con gli occhi. Era due aerei militare, di quelli che da bambino mi piaceva un sacco guardare. Volavano bassi, tanto bassi che si vedevano i missili sotto le ali. Certo, potrei sbagliarmi, forse non erano missili. A pochi chilometri da casa c'è Gioia del Colle, base NATO. Era da lì che partivano i caccia per la guerra nel Golfo, la prima, quella del '90-'91. Molti di voi non erano neanche nati. Io avevo dieci anni e ricordo che fu una delle ultime volte che pregai Dio. Non credevo a Dio già da un po', per ragioni mie, ma quella volta volli pregare. Perché avevo paura che la Guerra arrivasse fin da noi, che morissero le persone a cui volevo bene, gli amici, i parenti, il fratellino e la sorellina. Non pensavo neanche che da altre parti potessero morire delle persone.
    No, mi spiego: sapevo benissimo che in Iraq sarebbero morte persone, soldati e innocenti, anche bambini come lo ero allora, ma non riuscivo a provare un dolore e una paura emotiva. Al pensiero provavo orrore, ma era un orrore ragionato non emotivo.
    Non so se il concetto sia chiaro.
    All'epoca non era chiaro neanche a me. Provavo un certo disgusto nei miei confronti perché quasi piangevo all'idea che una bomba immaginaria potesse cadere sul mio paese e ammazzare alcuni amici miei (l'idea che potessi morire io non mi sfiorava neanche), mentre la certezze che a Bagdad mentre io mangiavo tranquillo morissero bambini anche più piccoli di me, non mi procurava nessun dolore. Orrore sì, ma non dolore.
    E tutto ciò mi faceva schifo.
    Volevo parlane con qualcuno, ma temevo che non mi capissero, o che mi giudicassero, e tenevo tutto per me, e mi veniva rabbia, e odio, nei miei confronti e nei confronti di tutti.
    Poi sono cresciusto, e crescendo ho capito che non ero strano, né una persona schifosa. Era il mondo a fare schifo, e la mia era autodifesa. Perché se si provasse dolore per tutti gli orrori del mondo, si impazzirebbe. Allora il nostro cervello fa delle censure, ci chiude in compatimenti stagni. Da una parte il nostro mondo: la nostra famiglia, gli amici con cui usciamo, la gente che frequentiamo, il nostro animale domestico, anche i nostri idoli televisivi fanno parte del nostro mondo. E dall'altra parte tutto il resto. Il vecchio sotto casa che non ci saluta mai, che un giorno muore, e si pensa, "beh, è morto" e subito dopo ce ne siamo già dimenticati. Un barcone di profughi che affonda trascinando con sé 400 persone. Tante piccole guerre in Africa che durano da 200 anni, con soldati bambino di 13 anni con fucili più grandi di loro. La Cambogia, dove un intero popolo è sotto un esercito militare ed è costretto a vivere coltivando oppio e morire drogato. Ed anche Gaza.
    E la prova che il mio ragionamento è reale, l'abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Se ci muore il nostro cagnolino, ci si nasconde in un angolo per non farsi trovare a piangere. Se si vedeno le foto di guerra con bambini dilianiati, si scrive un commento con gli occhi lucidi del tipo "provo un dolore infinito". Ma come detto, gli occhi sono lucidi. Certo, razionalmente nessuno può dire che la vita di un cane vale quella di un bambino. Ma quel bambino è lontano, non fa parte del nostro mondo, abbiamo già accettato, prima ancora di ricereve l'infornazione, che si muore, che un bambino X in questo preciso momenti sta morendo, di fame, si sete, di mallatia, sotto una bomba, sbranato da un animale, ucciso da una mamma o un papà. Il nostro cane no, se muore non l'accettiamo.
    Questa è la realtà. E per non impazzire abbiamo solo questa difesa: l'esclusione.
    Però...

    In questi giorni girano un sacco di foto. Bambini con il cranio divelto, o con arti amputati, genitori che si trascinano il corpo di neonati privi di vita come pazzi con una bambola.
    E queste foto portano due tipologie di didascalia.
    La tipologia uno: se non condividi, sei un pezzo di merda. E che non merita neanche di essere presa in considerazione, tanto è palese che chi ha scritto una cosa del genere vuol solo far sapere agli altri di essere una bella persona, ma non gliene frega nulla di esserlo né, sono pronto a scommettere, lo è.
    La seconda tipologia è meno decifrabile. Il messaggio è più o meno quello di questo topic: il voler informare, far prendere cosicenza di una realtà non tanto lontana. Ma le motivazioni che spingono a una tale scelta, non sono cristalline. Anche qui il veicolatore di tale messaggio può essere solo uno stronzo egocentrico che vuol dare un'idea pura di sé, ma che di base se ne sbatte il cazzo di chi muore. O può esserci gente che davvero crede che un simile messaggio possa cambiare qualcosa. Quello che so, è che non si può fare di tutt'erba un fascio, ma che se alle foto/messaggio in questione, segue la chiosa, "andate a seguire i mondiali e chiudete gli occhi" mi viene voglia di prendere il soggetto e picchiarlo finché non ho più forze. Perché la retorica è la cosa peggiore che esiste. Specie quella retorica che cerca di dividere in buoni e cattivi, dove i buoni, sono buoni solo a parlare.
    Non è il caso di questo topic, ché se l'avessi pensato, non avrei scritto 'sto messaggio. Faccio un ragionamento più ampio.
    Questo topic, per conto suo, dice chiaramente di non credere che un hasthag, un topic, un post possa cambiare le cose. Crede che l'informazione ci riesca.
    A ma piacerebbe crederlo, e vorrei sbagliarmi, ma il mondo che conosco, quello che vedo e vivo, mi fa pensare che è solo una perdita di tempo. Perché chi comanda se ne stra-stra-batte il cazzo. L'economia del mondo si mantiene sulle armi, il petrolio, la medicina, e la tecnologia. Tutto ciò porta a conseguenze come la guerra. Non solo, ma la guerra è la conseguenza più visibile e più oscena.
    Noi come popolo siamo impotenti, incapaci di poter cambiare le cose, e ignoranti anche a riguardo degli effetti di un cambiamento, dei privilegi che perderemmo.
    Saremmo capaci di accettare di perdere gran parte della tencologia, dei beni, del cibo, per una pace globale?
    No, non ci credo. Anzi, sono sicuro che non accetteremo mai di barattare la nostra vita agiata con una pace globale.

    Anni fa, per scherzo, scrissi una lettera inviata a me stesso. Fingevo che a scrivermela fosse un cinico conoscitore del mondo, che con un linguaggio aulico desse lezioni di vita agli altri. Era una parodia, una presa in giro a tutti quelli con la verità in tasca, ma oggi sono andato a rileggerlo e un po' mi vengono i brividi. Perché non avrei mai pensato di prenderci così su un aspetto di questa ficenda, che finora ho tralasciato.
    Sul piacere del sangue.
    La metterei sotto spoiler, ma non so come si fa, per cui la lascio qui, e se non volete leggerla, vi capisco. In pratica verte sul paradosso di vedere la Commedia come un crimine, perché spaccia una falsa dottrina, e attraverso alcuni esempi storici, sostiene la tesi che l'uomo non è cambiato dall'età della pietra ad oggi, che sia attraverso i campi di concentramento tedeschi o russi, o in tempi moderni con bombardamenti aerei, l'uomo ha bisogno di sangue, non solo attivamente, commettendo il crimine, ma anche solo "leccandolo dai giornali" o, come in questo caso, "leccandolo da una foto". La lettera chiude con il monito: attento a noi. Noi intesi come uomini.

    Ciao



    l’ultima volta che ti scrissi, ti lasciai con la promessa di narrarti la caccia organizzata dal mio amico il Duca Bianco. Cacciammo il cinghiale. Una bella, gigantesca fiera; quasi due quintali di furia selvaggia e indemoniata; tre dei segugi migliori vennero dilaniati dalle sue zanne bianche di giglio. Fu il Duca ad abbatterlo, con un sublime colpo di carabina, diritto al cuore. La meravigliosa bestia morì con un singulto d’orgoglio, caricandoci e franando maestosamente ai nostri piedi; dalla bocca colava un rivolo di sangue rosso e candida spuma; ruggiva e teneva i suoi occhi aperti e neri fissi nei nostri, legati in un incantamento crudele, grottesco e macabro.

    Ci sentimmo tutti più piccoli, di fronte alla grandezza del mostro. Alla spettacolarità estetica della sua morte. Mentre il cinghiale ci caricò, uno dei servi, imbracciato il fucile per la paura, fu pronto a far fuoco; ma il Duca glielo strappò di mano con rabbia: non avrebbe permesso a nessuno di sporcare quella bellissima fine elegante. E più tardi, tra nettare, miele, ambrosia e venere, mentre la musica ci stordiva e ci ammaliava, il Duca si alzò in piedi e prese il calice, indi abbassò la testa e indicò, con la mano che reggeva il frutto di Dionisio, la testa del cinghiale appesa sulla porta, proprio di fronte a noi.

    Perdonaci Amico, ha detto, noi non ti meritiamo. Con la voce vibrante di dolore. E si è ritirato nelle sue stanze con due donne di notevole bellezza. Lasciandomi a riflettere.



    Amico mio qual è la prima definizione di commedia?

    Una rappresentazione a lieto fine, mi insegni. L’eroe vince. Sposa la fanciulla dei suoi sogni. C’è il trionfo della virtù. Il pubblico ha la sensazione che il mondo sia migliore.

    Ah ah ah

    In una società veramente morale, dove la diffusione delle verità sia un obbligo, la commedia sarebbe bandita dalle scene. E gli autori accusati di diffondere false dottrine, imprigionati o decapitati, a secondo del grado di entusiasmo con il quale la società cerca di mantenersi pura.

    La commedia si basa sull’assunto che gli uomini (almeno una parte di essi) siano fondamentalmente buoni, e che possono progredire dalla filosofia della vittima e dell’oppressore, filosofia tipica delle società tribali, a qualcosa di più civile.

    Ma mio caro e unico amico, guardati attorno. Le tue capacità di osservazioni non sono seconde a nessuno, per cui, in tutta onestà, ti senti di dire che siamo progrediti, che so, dall’epoca dei romani?

    Credi davvero che succhiare avidamente il sangue da una pagina di giornale, sia più evoluto che assistere agli spettacoli del Colosseo? O ancora, che differenza c’è tra pagare le tasse che finanziano mille aerei mandati a lanciar bombe su una zona imprecisata del globo, di cui si ha una vaga conoscenza geografica e nessuna dei costumi, con i vichinghi, che discendevano i fiumi e sterminavano un villaggio con le proprie mani e leccavano il sangue dalle asce? Ti sentiresti di dire che i tedeschi e i russi, con i loro campi di concentramento, siano migliori dei mercanti di schiavi di Costantinopoli che fornivano eunuchi di undici anni?

    Potrei andare avanti con molti esempi, che troveresti ridondanti. Allora ti chiedo: la gente fondamentalmente buona, dove vive? In che continente agisce? Qual è la sua simmetria? O forse in tutti questi atti di malvagità, ci vedi una qualche intenzione recondita di fare del bene? Ci vedi più civiltà?

    Forse la bontà è una virtù che esiste di per sé, senza avere il bisogno di riflettersi nell’azione?

    No, mio caro amico. Siamo diventati solo più vigliacchi, e ci vergogniamo di noi stessi. Non offriamo più sacrifici propiziatori a un Dio in pietra, ma allo stato, o a uno Status. Non ascoltiamo più le urla dell’uomo a cui abbiamo strappato il cuore, ma ascoltiamo con morboso interesse il telegiornale. Siamo vendicativi, astuti e violenti, vogliamo il sangue, ne abbiamo bisogno, ma abbiamo paura che si sappia, e ci consideriamo più civili solo perché facciamo tutto questo a distanza.



    Ma mio caro amico, so bene che questa mia lettera non ha nulla di originale per un uomo dotato di un minimo di cervello. Tuttavia, se ti ho scritto, oltre a perché non ho un cazzo da fare, è per porgerti un caro saluto: ti scriverò ancora. Una promessa che leggerai come una minaccia. Perché ho mille e mille altre storie e cose da dirti.



    Ti lascio, per ora, con un monito: “attento a noi”






    Penso di aver scritto anche troppo.
    Non rileggo, perché sennò cancello. Forse il mio è uno sfogo, perché nonostante tutto il cinismo e il disincanto e il razionalismo che ho espresso, probabilmente sono rimasto sensibilmente toccato da tutto questo orrore.
     
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  5. anK
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    Mah, la Striscia di Gaza è tormentata dai tempi dei faraoni. Se vogliamo attualizzare lì la gente muore senza senso sin dalla guerra dei 6 giorni. Poi, sempre tra grandi instabilità, c'è stata la prima intifada e quindi la seconda, partita nel 2000 ed è quella alla quale fai riferimento. Però non è che dal 2001 i bombardamenti siano stati ininterrotti, si sono alternati come accade da anni e anni prima.
    Quando i palestinesi compivano attentati in Israele o lanciavano razzi su Tel-Aviv gli israeliani rispondevano colpendo Gaza. L'ordine si può invertire, anzi è circolare.

    Il punto è che qualcuno ha interesse ad alimentare il conflitto, ovvero quelli che hanno ucciso i tre ragazzini israeliani da una parte e che hanno bruciato vivo il ragazzo palestinese dall'altra. Sono dinamiche geopolitiche complicatissime. Quando si vanno a leggere gli annali, nel momento in cui le carte non sono più segretate, o dopo i processi, si scoprono sempre scomode verità (vedi il caso Srebrenica e l'ONU che non fece nulla per fermare l'orrore, quando invece poteva, ma a qualcuno il massacro serviva, manco andarono a prendere Arkan dopo - che fu assassinato mentre stava tranquillo al bar, da un ex-poliziotto che voleva vendicare i crimini di guerra).

    Le guerre sono tutte uguali.
     
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  6. SuicideLullaby
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    CITAZIONE (sigfried @ 14/7/2014, 14:24) 
    Pochi minuti fa, mentre mangiavo, ho sentito un rombo nel cielo. Come un bambino sono uscito sul balcone e ho seguito l'aereo con gli occhi. Era due aerei militare, di quelli che da bambino mi piaceva un sacco guardare. Volavano bassi, tanto bassi che si vedevano i missili sotto le ali. Certo, potrei sbagliarmi, forse non erano missili. A pochi chilometri da casa c'è Gioia del Colle, base NATO. Era da lì che partivano i caccia per la guerra nel Golfo, la prima, quella del '90-'91.

    Sono uscita anche io, era poco prima di pranzo, ho alzato il naso e poi ho iniziato a parlare con mio Papà; al TG, poco dopo, hanno fatto il solito momento "who let the dogs out?" che a me lascia sempre un attimo di depressione. Perchè c'è ben altro che lasciamo fuori.


    Io ancora ci credo nell'informazione, nel potere delle fonti, da piccola volevo fare la giornalista e quando la mia mamma mi ha detto "ma poi ti mandano dove ci sono le guerre!" io risposi "No mami, non ci saranno più le guerre!". Mia mamma rise, perchè io volevo salvare il mondo. Più volte ho trovato soluzioni a grandi poteri del mondo e mio babbo ha riso di me e con me. Così fino ai dodici anni, poi di nuovo a 17. Però con un po' di testa in più.
    Io vi dono un po' della mia fiducia nell'umanità dai, che ancora ne ho, ancora il mondo non mi ha delusa del tutto! C'è tempo per quello.

    Comunque so che non bombardano di continuo, però mi ricordavo che a dieci anni avevo sentito la notizia, ho proprio un ricordo di me davanti alla tv, come l'11 settembre 2001, il 2 aprile 2005, 17 febbraio 2008, come gennaio e il 9 aprile 2009, ma qui ero già grande. Ho compiuto 18 anni nel 2009, da allora i ricordi sono più veri, quelli prima sono quasi immagini, foto.
     
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    Ma se il potere ce l'hanno le banche, o pochi personaggi che controllano i mercati (e non mi riferisco alla cazzata del gruppo Bilderbergcomesiscrive) cosa possiamo fare?

    Se chi ci rappresenta, se nessun governo al mondo dice una sola parola, cosa possiamo fare noi?
    Gli interessi, le intese, vanno al di là della forza e delle nostre conoscenze.

    Pochi mesi fa, quando la Russia - la Russia, non quattro pastori con le barbe lunghe e pidocchi e qualche fucile mezzo scassato - ha mosso le sue truppe, gli Stati Uniti si sono messi in mezzo. Con Israele no.
    Questo basta a far capire il peso politico ed economico che hanno.
    Quello che mi fa incazzare ancora di più, è che il prossimo 27 gennaio festeggeremo in Italia il giorno della memoria. Assassini si metteranno il cappellino bianco in testa, e romperanno i coglioni con parole come antisemitismo e shoah, e diranno che loro sono le vittime del più grande crimine della storia. Che poi, numeri alla mano, manco è stato il più grande crimine.
    I piemontesi, per esempio, quando invasero il Regno delle Due Sicilie fecero pù morti e trattarono il Sud Italia peggio di Hitler. O gli africani: sono oltre 50 milioni i neri uccisi e resi schiavi per fare grande l'America. E altri ancora.
    E sai quanto mi piacerebbe che domani mattina, Renzi o Napolitano, dicessero che il giorno della memoria verrà eliminato dallo stato italiano per i crimini ripetuti di uno stato assassino?
    Ma non avverrà mai.

    E allora accetto con gioia il dono della tua fiducia, ma...
     
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  8. SuicideLullaby
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    CITAZIONE (sigfried @ 14/7/2014, 20:43) 
    E sai quanto mi piacerebbe che domani mattina, Renzi o Napolitano, dicessero che il giorno della memoria verrà eliminato dallo stato italiano per i crimini ripetuti di uno stato assassino?
    Ma non avverrà mai.

    E allora accetto con gioia il dono della tua fiducia, ma...

    Mi farebbe davvero ridere se Renzi ce lo dicesse in inglese.
    Io la capisco questa sensazione, ci si sente tanto piccoli quando il resto del mondo non fa nulla, la gente costruisce ancora bombe, assurdo.
    Però prima o poi arriverà qualcuno come noi a capo delle grandi banche, no? I presidenti nelle nazioni diverranno i nostri coetanei? E' la loro generazione che è storta, è gretta e materialista? O solo io sono un'idealista convinta..?
    Ma non è l'età, la fame di potere che da alla testa, io penso che fra noi ci siano i prossimi capi di stato e se fra noi ci informiamo, proviamo empatia fra noi, gli uni per gli altri, e saremo interessati gli uni agli altri quando saremo a capo di qualcosa, che sia uno stato, una scuola o semplicemente un piccolo negozio.


    Effettivamente fa un po' ridere detto da una ventiduenne, la penso ancora come a sedici anni..
     
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  9. ennedineve
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    Ieri (questione di fuso orario), quando ho letto questo post, sono stata tentata di rispondere subito. Poi ci ho ripensato, perché sono giorni che mi deprimo pensando a questo schifoso "conflitto", soprattutto perché qualche giorno fa, per la prima volta in vita mia, mi sono trovata di fronte i sionisti di estrema destra e sono... non riesco nemmeno a trovare una parola per definirli, tanto mi hanno disgustato e spaventato. E vederli gioire di fronte alla gente che muore mi ha messo addosso una tristezza infinita.
    Il secondo motivo è che quando si parla di Palestina, salta sempre fuori qualcuno che dice che entrambi hanno equamente torto e poi però finisce per dire che i palestinesi sono terroristi/anti-semiti/omofobi e che quindi Israele fa bene a bombardarli, e temevo succedesse anche qui.
    Detto questo, grazie Lulla per aver aver aperto questa discussione, e grazie anche a chi ha risposto.
    Restiamo umani.
     
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  10. anK
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    CITAZIONE (ennedineve @ 15/7/2014, 02:20) 
    Ieri (questione di fuso orario), quando ho letto questo post, sono stata tentata di rispondere subito. Poi ci ho ripensato, perché sono giorni che mi deprimo pensando a questo schifoso "conflitto", soprattutto perché qualche giorno fa, per la prima volta in vita mia, mi sono trovata di fronte i sionisti di estrema destra e sono... non riesco nemmeno a trovare una parola per definirli, tanto mi hanno disgustato e spaventato. E vederli gioire di fronte alla gente che muore mi ha messo addosso una tristezza infinita.
    Il secondo motivo è che quando si parla di Palestina, salta sempre fuori qualcuno che dice che entrambi hanno equamente torto e poi però finisce per dire che i palestinesi sono terroristi/anti-semiti/omofobi e che quindi Israele fa bene a bombardarli, e temevo succedesse anche qui.
    Detto questo, grazie Lulla per aver aver aperto questa discussione, e grazie anche a chi ha risposto.
    Restiamo umani.

    Storicamente parlando, appena può, una vittima, diventa carnefice. Per affermare (a se stesso) di non essere più vittima. Vale nei macrosistemi come nei microsistemi (si vedano i soprusi domestici).

    Homo homini lupus.
     
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  11. SuicideLullaby
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    CITAZIONE
    Homo homini lupus.

    è una delle citazioni che mi ha fatto più piangere quando mi sono avventurata nella lettura di Plauto (parafrasato, ovviamente!) e che mi ha sconvolta sempre quando la risentivo e quando la ritrovavo.
    Adesso non so bene da chi venga, l'hanno usata in tanti, no? Io sono appassionata di locuzioni in latino (e latine), ma questa mi ha sempre fatto venire i brividi.
    Che triste..

    Comunque è difficile dare le colpe, penso che dire che sono tutti nel torto sia la cosa più facile, ma da lì a godere della loro morte...
    Non possono essere tutti lupi, ma neanche tutti agnelli.
     
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    Pare sia di Aristotele.
     
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  13. SuicideLullaby
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    ah beh, Ipse dixit, come sempre.
     
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    Comunque, do una risposta un po' più articolata.

    Iniziamo dalla domanda di Lulla, se qualcuno di buon cuore arriverà mai a comandare banche e il resto.
    Di primo acchito, mi vien da rispondere è il sistema (qualunque cosa significhi) che favorisce persone senza scrupoli a raggiungere posti di potere e, qualora ci arrivasse un santo, per non essere fatto fuori (anche letteralmente) dovrebbe adeguarsi a una data linea comportamentale.
    Ma riflettendoci, non è così semplicistica la cosa.
    E non penso neanche sia una cosa generazionale. Perché di esempi di persone di potere, non solo politico ma anche sportivo, che per anni hanno lavorato con passione e per la gente, mentre ora si prostituiscono al Dio denaro senza pudore, ce ne sono a iosa. Non può essere un virus che li ha colpiti contemporaneamente. Non credo neanche che con la vecchiaia si diventi più cinici, anzi, con la vecchiaia, quando oramai si sa che si deve morire, l'unica cosa che ci resta è il sogno della nostra vita, vivere la nostra vita per le passioni. Per questo, sono pochi i vecchi che si suicidano rispetto agli adolescenti. Un vecchio conosce il valore del futuro, per un adolescente il futuro è qualcosa di lontano, irreale, che perderlo non ha importanza.
    Su questo dato di fatto, mi viene difficile credere che la vecchiaia porti a una recrudescenza di ogni tratto negativo personale. Ci deve essere qualche altra spiegazione.
    Ma non riesco a trovarla.
    La più plausibile, è che nell'aria ci sia qualcosa. No, non parlo di scie chimiche e cazzate da complottisti. Intendo dire c'è un clima culturale eterogeneo e transnazionale che ci pervade tutti. Sarà per via della crisi, o la decadenza della cultura da valore ad elitarismo intellettuale. Sarà che i miti di una volta non esistono più, e sono stati soppiantati da pagliacci. Ma probabilmente non è questa la ragione.
    In realtà ho un'altra spiegazione, ma non voglio crederci. Cioè, ci credo, ma vorrei che qualcuno mi smentisse.
    E questa spiegazione è riassumibile con una frase scritta da Biante, uno dei sette saggi: "la maggior parte degli uomini è cattiva".
    Una frase che può avere diverse interpretazioni.
    1) Su sette miliardi di persone, almeno tre miliardi e mezzo più uno sono cattivi.
    2) Se si metteno di fronte die gruppi, il gruppo più numeroso (e forte) diventa cattivo.
    3) (la peggiore ipotesi) La maggior parte di ogni uomo, inteso come azioni e pensiero, è cattiva.
    Se Biante ha ragione, vuol dire che ha ragione anche Raskol'nikov quando sostiene che qualsiasi uomo sulla terra se avesse la certezza di essere impunito, ucciderebbe.

    Ecco, io credo che questa sia la realtà dei fatti. L'uomo è cattivo. L'uomo uccide, se può. La cultura può salvarci, ma la cultura sta morendo, e noi uomini, come un cane che si morde la coda, non riusciamo a salvarla.
    Forse ciò che manca davvero, è una guerra seria, come catarsi. Il fascino della guerra - anche se la guerra fa schifo - ci corteggia tutti e nessuno ne è immune. C'è chi vi resiste di più. Ma tutti cadiamo sotto le sue profferte.
     
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  15. SuicideLullaby
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    User deleted


    Non tutti.


    CITAZIONE
    Ho una videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman. Non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io


    Video

    così, perchè un po' di musica mi rende felice.
     
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181 replies since 13/7/2014, 23:37   1435 views
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